Oggi, Pasqua 2020

Oggi è il giorno di Pasqua.

Una Pasqua un po’ strana questa. A tratti surreale. Niente lunghe tavole imbandite di cosciotti di agnello e pasta fatta in casa. Le urla gioiose dei bambini alla vista della sorpresa all’interno delle uova sembrano un pallido ricordo. Il vino rosso sorseggiato sui pendii dei colli, cullati dal torpore del sole primaverile. E poi gli aperitivi tardo pomeridiani con la cinta allentata e le feste in discoteca la sera. Tutto sembra una sbiadita reminiscenza in questi giorni di sospensione.

La parola “Pasqua” etimologicamente significa “passaggio” e celebra la liberazione degli ebrei dalla schiavitù. Nell’etimologia del nome è inoltre compreso il significato di “sacrificio”. Passaggio, cambiamento, sacrificio, liberazione: sembrano parole estrapolate da un dpcm del Presidente Conte.

Quello che stiamo vivendo ora è esattamente questo: un momento di passaggio, affrontato con sacrificio, che ci traghetterà verso una nuova condizione.

Tutti i momenti di crisi generano cambiamenti e nuove riconfigurazioni, magari anche accelerando alcuni processi già in atto: “crisi” è anche opportunità. Opportunità di calarsi in nuove vesti, opportunità di coltivare ciò che ci nutre e lasciare andare ciò che ci svuota, opportunità di riscoprirsi resilienti o con qualche debolezza che è normale e naturale in ogni essere umano.

Ecco allora che vorrei condividere questa storia che ci ricorda esattamente questo: non possiamo mai sapere con certezza cosa accadrà dopo.

𝘜𝘯 𝘱𝘢𝘥𝘳𝘦 𝘦 𝘪𝘭 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘴𝘪 𝘴𝘷𝘦𝘨𝘭𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘶𝘯 𝘮𝘢𝘵𝘵𝘪𝘯𝘰 𝘦 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘷𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘦̀ 𝘴𝘤𝘢𝘱𝘱𝘢𝘵𝘰. 𝘓𝘢 𝘯𝘰𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢 𝘴𝘪 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘰𝘯𝘥𝘦, 𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘷𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘢 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘳𝘭𝘰 𝘦𝘴𝘤𝘭𝘢𝘮𝘢: “𝘊𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘢!”. 𝘐𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦: “𝘝𝘦𝘥𝘳𝘦𝘮𝘰”.

𝘐𝘭 𝘤𝘢𝘷𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢 𝘦 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘴𝘦́ 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘭𝘦𝘯𝘥𝘪𝘥𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘭𝘭𝘰𝘯𝘦. 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘥𝘪𝘤𝘦: “𝘊𝘩𝘦 𝘮𝘦𝘳𝘢𝘷𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢!” 𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦: “𝘝𝘦𝘥𝘳𝘦𝘮𝘰”.

𝘐𝘭 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰 𝘮𝘰𝘯𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘨𝘳𝘰𝘱𝘱𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘭𝘭𝘰𝘯𝘦, 𝘮𝘢 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘷𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘪 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘢 𝘴𝘤𝘢𝘭𝘤𝘪𝘰𝘯𝘢𝘳𝘦, 𝘪𝘭 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘤𝘢𝘥𝘦 𝘦 𝘴𝘪 𝘳𝘰𝘮𝘱𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘨𝘢𝘮𝘣𝘢. 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘨𝘳𝘪𝘥𝘢: “𝘊𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘢!” 𝘈𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰 𝘳𝘦𝘱𝘭𝘪𝘤𝘢: “𝘝𝘦𝘥𝘳𝘦𝘮𝘰”.

𝘚𝘤𝘰𝘱𝘱𝘪𝘢 𝘭𝘢 𝘨𝘶𝘦𝘳𝘳𝘢, 𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘪𝘭𝘭𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘷𝘦𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘳𝘳𝘶𝘰𝘭𝘢𝘵𝘪, 𝘮𝘢 𝘪𝘭 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘷𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘢𝘮𝘣𝘢 𝘳𝘰𝘵𝘵𝘢. 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘨𝘳𝘢𝘵𝘶𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰, 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘴𝘵𝘳𝘪𝘯𝘨𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘱𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘤𝘦: “𝘝𝘦𝘥𝘳𝘦𝘮𝘰”.

Non possiamo sapere cosa accadrà dopo, come non è nemmeno detto che un evento che ora consideriamo “negativo” serbi sempre e solo strascichi infausti.

Il mio augurio è quello di abbracciare questa strana Pasqua 2020 con il significato originario di “passaggio”, consapevoli che se tutti facciamo la nostra parte, le nostre tavole torneranno a ripopolarsi di leccornie condivise con le persone che amiamo. E sarà una Pasqua più sentita e più consapevole.

Nel frattempo, toglietevi il pigiama, vestitevi con gli abiti più belli e festeggiate con videochiamate a parenti e amici su Skype e dirette Instagram, ci sentiremo più vicini e presenti l’uno l’altro.

Buona Pasqua a tutti.

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