12 settembre, Giornata Mondiale della Mindfulness

Oggi è la Giornata Mondiale della mindfulness.

La mindfulness è una forma di meditazione millenaria basata sulla consapevolezza, validata da oltre trent’anni di ricerca scientifica.

Ricordo il mio ultimo anno di università speso a scrivere la tesi magistrale: ore interminabili con la testa china sui libri o davanti al PC a tradurre articoli scientifici in inglese e analizzare dati tra un’imprecazione e l’altra.

E poi, la proclamazione: voto top e plauso della commissione. Ma, se ve la devo dire tutta, io della mindfulness francamente non ci avevo capito una mazza!

Quella frase che si trova scritta ovunque – “portare intenzionalmente l’attenzione al momento presente” – proprio non arrivavo a capire cosa volesse dire. Bah.

Poi ho iniziato il tirocinio ed è allora che, sedendomi e praticando insieme ai pazienti, ho capito che no, la mindfulness non è quella cosa che leggi nei libri e che sì, della mindfulness non ci avevo capito per davvero una mazza! Dopotutto, non puoi spiegare il sapore della fragola a chi una fragola non l’ha mai mangiata.

E poi i ritiri, la pratica personale, i gruppi da partecipante, il master di un anno, i corsi di perfezionamento vari ed eventuali: tutto ha iniziato ad avere un senso.

Ringrazierò per sempre quel folle del mio prof indimenticabile che ci parlava di meditazione e di bla bla bla buddhista: la mindfulness per me è stata una rivelazione, personale e professionale.

La mindfulness è una bacchetta magica che ripulisce le lenti con cui guardiamo il mondo: perché c’è una profonda differenza tra osservare un tramonto e osservareuntramonto e subissarlo di pippe mentali e di incredibili congetture. Eppure, il tramonto è lo stesso. Fateci caso.

C’è così tanta bellezza nel mondo che diamo per scontata: abbiamo disimparato a meravigliarci. Con la mindfulness ci riappropriamo degli occhi curiosi di un bambino che esplora tutto per la prima volta: ogni cosa è unica, ogni momento ha un senso e tutto diventa miracolo.

La mindfulness stessa è un miracolo. Perché per me è un miracolo ascoltare che si è imparato a convivere con un dolore cronico o con le vampate di calore della menopausa, è un miracolo trasformare i cazziatoni su di sé in gentilezza e compassione, è un miracolo salvare una persona dal tabagismo o dal dentista che preme per mettere il bite (non me ne vogliano i dentisti che adoro!), è un miracolo notare che i pensieri sono solo pensieri e che non possono farci una straminchia di niente, è un miracolo inqualificabile vedere sorgere un sorriso sul viso di chi ha meditato il suicidio: se non è miracolo tutto questo!

Pensate: ma che mondo sarebbe tra qualche generazione se a tutti i bambini venisse insegnata la mindfulness? Io ci penso spesso.

Non c’è un trucco per vivere felici: se non il costante dimorare nel momento presente. Stare qui e ora, a meno che non siate sotto un bombardamento, fa così schifo? Pensateci.

ORA è il momento giusto per ripartire, ADESSO quello per riscrivere la storia della nostra vita.

La mindfulness rende liberi. Quanto è vero. È come se tutti gli eventi che ci accadono fossero diretti da un regista pigrone che in un effetto stroboscopico consente a NOI di scegliere che scena girare il momento successivo. Ed ecco che ci si accorge perché si ricade nella scelta della stessa tipologia di partner, ecco che scegliamo noi che pattern comportamentali reiterare, ecco che fumare e bere e drogarsi e amare gente che non ci ama diventa superfluo, se non nocivo.

E per chi pensa che la mindfulness sia solo per chi si nutre di bacche o ha le Birkenstock ai piedi, beh si sbaglia di grosso.

Le campane della mindfulness suonano per chi è stressato, per chi soffre di cervicali, per chi si arrabbia come un drago nel traffico quotidiano, per chi non sa cosa vuole e per chi sa benissimo cosa vuole, per chi ha il cervello che frigge a furia di pensare, per chi si fustiga in continuazione, per chi fatica ad addormentarsi o ad avere rapporti sessuali: per chi è un essere umano e come tale, si trova a convivere con l’incertezza e l’errore.

Ve lo dico con il cuore: sì, vivere una vita felice si può. E lo si può fare QUI E ORA. MOMENTO DOPO MOMENTO. RESPIRO DOPO RESPIRO.

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